Nove anni fa cadevano i mille anni dalla prima menzione di Gorizia. L’anniversario è stato giudicato importantissimo e in sua occasione si sono pubblicati libri e studi vari. Il 28 aprile 1001 l’imperatore Ottone III donava una villa que sclavorum lingua vocatur Goriza per metà al patriarca di Aquileia Giovanni e per metà al conte del Friuli Verihen. Oggi è considerato un evento importante perché per la prima volta il nome della nostra città compare in un documento storico, e quindi nella storia. Ma probabilmente, per quei primi goriziani che lo vissero, si trattò solo di un normale cambio di padrone: prima si spaccavano la schiena per un padrone, e da quel giorno per un altro. Scommetto invece che ben altra reazione ebbero i goriziani nella prima estate del 1210 quando si sparse la voce che l’Imperatore Ottone IV aveva dato loro il diritto di tenere un mercato una volta la settimana. Lo aveva chiesto qualche tempo prima il conte Mainardo II, che ci voleva fare lauti affari; qualche tempo dopo il conte si mise a costruire il mercato. I suoi sudditi goriziani furono liberati di tutti i doveri nei suoi confronti, eccetto il mantenimento del ponte, quello sull’Isonzo, che si trovava esattamente dov’è oggi il ponte per andare a Piuma. E probabilmente era stato proprio quel ponte a far la fortuna di Gorizia: che era un villaggio, non diverso dai tanti che nel corso della storia lo sarebbero rimasti. Dopo la distruzione di quello romano in un’epoca imprecisata, per molti secoli la gente aveva attraversato l’Isonzo guadandolo, oppure con imbarcazioni. La costruzione di un nuovo ponte a Gorizia ne fece non un passaggio, ma il passaggio, dato che permetteva di superare senza problemi anche le pericolose piene primaverili dell'Isonzo, questo cristallino fiume (allora) libero, senza dighe nè regole. La città, forte del mercato, crebbe: vi immigrò gente dal contado, ma anche i Rabatta, banchieri toscani. Nel 1307, Gorizia fu ufficialmente proclamata città, e con diversi stop and go è divenuta quello che oggi è.
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Dobbiamo quindi fermarci ad alcune riflessioni. Gorizia è città perchè è stata il mercato. Il suo declino inizia nel secondo dopoguerra, quando smette di essere mercato delle sue genti. Smette cioè di essere il luogo centrale di un territorio, in cui la gente si incontra e fa affari, in cui le lingue si fondono in improbabili slang che sono ibridi e impuri - ma hanno il merito di avvicinare popoli diversi. La situazione internazionale odierna permetterebbe un graduale ritorno di Gorizia nel suo ruolo. Certo si potrebbe cominciare col togliere le assurde limitazioni di orario ai bar...
Felice anno nuovo a tutti!
Purtroppo, all'interno del PD e come credo ormai in tutti i partiti, sono in molti - troppi - quelli che vedono la ... Mostra tuttopolitica come un'opportunità di carriera. La protezione dei forti è un grande obiettivo, sai com'è ti possono dare un posto... se non in politica, anche un posto di lavoro in qualche ufficio tramite qualche buona raccomandazione. E non per la tua qualità, ma perchè tu dai garanzie ad un personaggio. Anche il sistema interno al partito stesso si conforma di conseguenza, e tende a rigettare naturalmente quei corpi estranei che non vi si adeguano. Poi ovviamente dipende dai posti e dalle persone, ma l'andazzo generale è questo, e come penso tu sappia tra i giovani le cose non è che vadano meglio... sempre di lotta per i posti si parla.
Servirebbe tornare allo spirito di sacrificio, vedere una carica come un'onere e non come un punto d'arrivo, ma questo a mio modo di vedere non lo puoi garantire neppure con sistemi come quello delle primarie, che possono funzionare solo per personaggi pubblici attorno ai quali c'è una certa consapevolezza pubblica ed un certo dibattito... se poi le si vogliono utilizzare sempre e comunque, anche per piccoli numeri, diventano un fenomeno come le classiche lotte di tessere nei vecchi partiti, dove a quel punto chiunque può essere considerato un tesserato, e poco cambia... anzi forse è pure peggio.
Anche il dibattito interno al PD mi lascia spesso perplesso: si parla sempre di grandi temi, ma poi sulle cose spicciole che la gente percepisce molto più direttamente ci arrivano sempre prima gli altri... in maniere sbagliate, ideologiche, populistiche e talvolta anche razziste, ed è lì che il PD troppo spesso manca.