giovedì 17 giugno 2010

Le crepe all'ossario di Redipuglia: e se fosse un segno?

E’ giusto guardare la memoria. Ma mi sembra che i danni che si sono verificati al Sacrario siano una specie di feroce ironia della sorte nei confronti di un luogo dove sono scorsi per anni e anni ettolitri di retorica, un luogo che, nonostante l’importanza che dovrebbe avere, ospita ogni anno meno visitatori e anche i politici che vengono a dire cose in cui non credono sono sempre più di serie B. Intanto in Veneto un politico di una certa caratura si sente rappresentato più che dall’Inno da uno pseudoinno di una pseudonazione (per quel che mi riguarda a sto punto adotterò Viva là e po’ bon ). Certi esponenti governativi ( si avete capito bene:DI GOVERNO!!) hanno di recente obiettato che non si dovrebbe spendere neanche un euro per le celebrazioni del 150° dell’Unità. In questo Paese il concetto di patria non ha nessun senso oggi come oggi. Ma può avere un senso la parola “Patria” in un Paese dove un terzo delle persone non si sente in dovere di pagare le tasse, sottraendo allo Stato circa 200 miliardi di euro? E può averlo in un Paese dove la corruzione a tutti i livelli se ne mangia altri 80? Direi che è ora di smetterla con la retorica e cominciare ad esaminare: cosa fa la politica contro la corruzione? E contro l’evasione? … zzzzz … Godiamoci allora i mondiali dove tutti si sentono patrioti (non tricolori, ma “azzurri”) e guardiamo con spensieratezza al futuro. Fra qualche decennio l’ossario avrà qualche crepa in più, l’Italia grazie anche alla forsennata azione di questo governo, e del suo assecondare gli istinti più meschini del “cittadino” medio, non ci sarà più.


lunedì 14 giugno 2010

Auguri Italia cara

Notte mondiale, questa. Il bar è popolato dalla solita variopinta folla, più numerosa del solito. Gli sguardi sono puntati a quell'unico teleschermo che verdeggia di erba sudafricana, lassù appeso al soffitto. Una simile costernazione pervade gli occhi di persone tanto diverse: acconciature dalle più banali alle più improbabili, vestiti dai più alternativi ai più fighetti, ragazze di tutte le forgie e tutte le scollature. Ragazzi di origine balcanica, visi di inequivocabile ascendenza africana, bocche che parlano dialetto goriziano; tutti alla fine uniti nell'urlo liberatorio che sancisce l'1-1. Mentre più d'una casa è pavesata di bandiere, mentre l'Italia si prepara a questa sera di brividi ed emozioni, un ex ministro nonchè Governatore di una grossa regione rifiuta l'inno di Mameli. I criminali gioiscono: una legge farà sì che sarà pressochè impossibile beccarli. Infatti mentre adesso onesti e criminali sono intenti a festeggiare un mese di patriottismo ritrovato, fra un mese tutto sarà come, peggio di prima: evasori che evadono, criminali che delinquono, poliziotti che con mezzi sempre più ridicoli li braccheranno, corruttori che corrompono e politici che si fanno corrompere, nella certezza che nessuno li beccherà mai. Auguri Italia cara, sperando che tra quattro anni si possa ancora parlare dei veri problemi che affliggono il Paese: ma era meglio Camoranesi di Marchiso? Non era meglio schierarlo fin da subito? E con tutti quei problemi Buffon è il caso di lasciarlo tra i pali?

domenica 6 giugno 2010

Pd. un voto di cui continuare a pentirsi, anche se un po' di meno

In primavera, anche a Gorizia passava il bus di Walter Veltroni, per la sua scampagnata elettorale. Mentre Silvio Berlusconi, l'eterno uomo nuovo, sputava fuoco e fiamme sul centrosinistra - in quei giorni aveva sfornato un nuovo numero dei suoi cabaret, quello cioè di strappare e calpestare il programma del PD da lui definito " carta straccia " - Veltroni infiammò ( si fa per dire ) la platea gremita del Teatro Verdi con discorsi del tipo: " Qualcuno ha detto che il nostro programma è carta straccia. Sapete che cosa rispondiamo? Niente. " La sconfitta era ovviamente nell'aria; ma Veltroni pensò di allontanarla facendo finta che Romano Prodi e il suo governo non siano mai esistiti. Non una parola sull'operato del governo: che in più di un caso è stato davvero buono. Veltroni propinò al pubblico la panzana, non si sa bene da quale sondaggio suggeritagli, che " Siamo a un'incollatura". A cosa fosse incollato, lo si è visto il 12 e 13 aprile: PD incollato al 34%. Adesso il punto è: voleva veramente vincerle quelle elezioni? Perchè tutta quella morbidezza verso il suo avversario? Una possibile ipotesi è che Veltroni si sia in buona fede autoconvinto della veridicità di quella sciocchezza, dell'incollatura. E che prevedendo un governo impotente come quello di Prodi ma con a capo Berlusconi, abbia voluto crearsi il terreno per intrupparsi insieme a lui in una Grande Coalizione - che ha funzionato molto bene in Germania questi tre anni, ed ha tenuto anche in Austria.
Una cosa che si spiega ancora meno è come, dopo aver sostenuto per mesi la necessità del dialogo con Berlusconi per modificare la legge elettorale, si sia scordato di agire coerentemente al suo dichiarato disprezzo di quella legge. Cioè: perchè non ha disposto delle primarie in cui i cittadini avrebbero scelto i candidati di ciascun collegio? Le liste le avremmo decise noi: chi piglia più voti va nel posto più sicuro. Allora sarebbe stato credibile, il PD avrebbe avuto un grande grandissimo vantaggio morale; invece è stata inscenata la farsa del dialogo che ha disgustato quelli che come me nel centrosinistra ci credevano, e ha avallato in maniera strisciante le critiche dell'opposizione, o più esattamente, guerriglia, di centrodestra. Avviando il centrosinistra al suicidio.
Scegliere di rompere con Bertinotti e company è stato certamente un'atto dovuto, perchè quella frangia si è dimostrata ancora una volta incapace di gestire un Paese, persa nei suoi sogni e nel suo utopistico autolesionismo. Giustamente i cittadini hanno deciso di averne avuto abbastanza di questi incompetenti sognatori, privi di un qualsivoglia pragmatismo, e non li hanno rimandati in Parlamento.
Però non si capisce come Veltroni, se da un lato ha definito inutile il voto dato alla Sinistra e a tutti quegli altri partitelli, molti con un solo esponente e nati nello sfascio del governo Prodi, abbia dall'altra parte definito voto utile solo quello dato al PD o al PDL; quando invece il voto al PDL era da definirsi dannoso, e ce ne stiamo accorgendo ora.
Poi per un po' di tempo il PD si è cullato nel miraggio di Berlusconi statista che fa le riforme insieme all'opposizione. Il risveglio è stato brusco, tra decreti Alfano, leggi Salva-Rete 4, e tutte le porcherie che sappiamo. E infine l'uno-due Villari-Latorre, che hanno posto definitivamente la parola fine a qualsiasi velleità di questo partito raffazzonato per le Europee. Villari e Latorre sono due facce della stessa medaglia. Il primo, non si sa bene come, è riuscito a ottenere la Presidenza della Commissione di Vigilanza RAI: un ente che un vero partito di centrosinistra avrebbe abolito perchè quella di controllare l'informazione è un'abitudine di certi sistemi sudamericani di un tempo. Comunque, una carica che sarebbe spettata a un uomo spontaneamente scelto dall'opposizione e invece è stata affidata a un uomo dell'"opposizione" scelto dalla maggioranza. Chi è costui? E' uno che pare abbia cambiato partiti come si cambiano i vestiti. E perchè una persona simile è stata messa nelle liste del PD? Latorre invece è un fedelissimo di D'Alema, a cui deve praticamente tutto. E' suo il magico numero di consigliare in un bigliettino ( " pizzino " l'hanno ribattezzato certe malelingue ) a uno del PDL ( ironia della sorte, si chiama Bocchino) di attaccare in una trasmissione un esponente dell'IDV, cioè un alleato. E il tutto in diretta! Sono due figuracce: per la prima Villari è stato espulso dal PD. Per quel che riguarda la seconda, a Latorre non è stato chiesto conto di niente.
E' amaro dover constatare che gente si è contribuito a mandare in Parlamento, e ci si chiede: davvero non meritiamo di meglio? Fino a quando perseverereranno ( stupidamente, non diabolicamente ) a privilegiare certi personaggi nella stesura delle liste elettorali, invece di cercarsi gente ( non necessariamente giovane ) che i problemi del territorio li conosce? Gente che magari milita da anni nel PD o nei partiti che vi sono confluiti, rimettendoci dei soldi talvolta, e sempre credendoci? Fin a quando continueranno a voler perdere?
Io ad ogni modo credo che per certo l'errore del 13 aprile 2008 non lo ripeterò il prossimo anno. Forse nemmeno quelli a venire.
E come me, posso garantire, tantissimi altri.
Luca
Rispondo, o quantomeno cerco di rispondere, all'ultima parte... "fino a quando persevereranno a privilegiare certi personaggi nella stesura delle liste elettorali, invece di cercarsi gente che i problemi del territorio li conosce?"

Purtroppo, all'interno del PD e come credo ormai in tutti i partiti, sono in molti - troppi - quelli che vedono la ... Mostra tuttopolitica come un'opportunità di carriera. La protezione dei forti è un grande obiettivo, sai com'è ti possono dare un posto... se non in politica, anche un posto di lavoro in qualche ufficio tramite qualche buona raccomandazione. E non per la tua qualità, ma perchè tu dai garanzie ad un personaggio. Anche il sistema interno al partito stesso si conforma di conseguenza, e tende a rigettare naturalmente quei corpi estranei che non vi si adeguano. Poi ovviamente dipende dai posti e dalle persone, ma l'andazzo generale è questo, e come penso tu sappia tra i giovani le cose non è che vadano meglio... sempre di lotta per i posti si parla.
Servirebbe tornare allo spirito di sacrificio, vedere una carica come un'onere e non come un punto d'arrivo, ma questo a mio modo di vedere non lo puoi garantire neppure con sistemi come quello delle primarie, che possono funzionare solo per personaggi pubblici attorno ai quali c'è una certa consapevolezza pubblica ed un certo dibattito... se poi le si vogliono utilizzare sempre e comunque, anche per piccoli numeri, diventano un fenomeno come le classiche lotte di tessere nei vecchi partiti, dove a quel punto chiunque può essere considerato un tesserato, e poco cambia... anzi forse è pure peggio.
Anche il dibattito interno al PD mi lascia spesso perplesso: si parla sempre di grandi temi, ma poi sulle cose spicciole che la gente percepisce molto più direttamente ci arrivano sempre prima gli altri... in maniere sbagliate, ideologiche, populistiche e talvolta anche razziste, ed è lì che il PD troppo spesso manca.
Andrej
E' vero quel che dici. Però con le primarie la consapevolezza uno deve crearsela; il candidato deve andare a farsi conoscere. Per inciso - coloro che mi rappresentano, relativamente al voto che ho espresso, ovvero Strizzolo e Maran, io li conosco dalle pagine dei giornali, e non mi pare di essere uno che si disinteressa di politica. Dal vivo non li ho mai visti perchè di occasioni per vederli non ce n'è state.Questo è reso possibile dal fatto che questa legge - che hanno tutti aborrito, compreso Calderoli che ne è il padre - rende superfluo il confrontarsi con la gente perchè son tutti intenti a trattare per il posto con qualcuno. E niente mi fa pensare che sta legge l'aboliranno mai; è una greppia in cui grufolano tutti.
Luca
si beh, per casi come i candidati alle politiche il discorso è diverso... l... Mostra tuttoì si parla di personaggi bene o male noti al pubblico, la questione primarie è proponibile. Mi riferivo più in generale alla smania del PD di usare le primarie in ambiti dove passi con 10 voti, dove a quel punto ti fai davvero eleggere dagli amici, quando poi sento dire che sono a rischio delle primarie fondamentali come quelle per il candidato a sindaco di Firenze... sono cose del genere che mi lasciano davvero perplesso.
Andrej
Certo, a ben pensare erano forse superflue anche le primarie del PD giovani...non tanto per la superfluit... Mostra tuttoà dell'istituzione " primarie " in sè che secondo me è sempre un indice di democraticità, ma per la superfluità dell'istituzione " PD giovani". Il punto è che questa ghettizzazione dei giovani in un parco giochi detto " PD giovani " fa il gioco dei soliti maneggioni che i giovani non li vogliono nelle posizioni decisionali ( ma sono allergici agli outsider in generale ). Piuttosto che di primarie, io credo che il PD giovani dovrebbe occuparsi volontariato, magari con associazioni politiche di altri partiti e anche giovani apolitici. Per esempio, immagino che a breve cadrà in totale stato di abbandono il parco dell' ormai ex ospedale, un'area meravigliosa di cui ci si potrebbe occupare. Inutile dire che persone venute da una siffatta esperienza avrebbero una sensibilità del tutto diversa verso i problemi con cui si sono confrontate rispetto a gente proveniente dalla pura e astratta militanza ideologica ( quando non solo dal carrierismo ). E non voglio con questo dire che singolarmente i giovani del PD non facciano volontariato, per carità: la militanza stessa lo è. Tuttavia, l'ottica del disinteressato servizio alla collettività non è nel dna di questo partito; e non lo sarà mai se il volontariato sarà a titolo puramente personale.
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Questo è un intervento che postai su Facebook l'8 dicembre 2008 con la discussione che ne era seguita con un amico. Oltre un anno e mezzo più tardi la situazione è un pochino migliorata ma quasi impercettibilmente. Intanto se n'è andato Rutelli; il che è già una gran conquista perchè era una pesante zavorra e inoltre cosa ci si può aspettare da uno che è stato radicale, verde, popolare, cattolico intransigente e chissà che altro ancora. Veltroni, fallimentare, ha lasciato al suo vice Franceschini, che le primarie hanno spodestato a favore di Bersani. Se n'è andata la Binetti. Il PD ha continuato a perdere elezioni ma ogni volta in misura un po' minore. Eppure è stato in questi anni un partito di non opposizione, crogiolatosi nell'illusione di un fantomatico dialogo con Berlusconi che, com'è ovvio, non ha portato a niente. Vi sono personaggi dannosi, a livello sia effettivo che di immagine, che ancora pontificano. Il PD ancora non pensa da partito che vorrebbe governare. Non c'è un solo programma alternativo allo sfascio in cui il governo sta riducendo l'Italia. E' ora di darsi una mossa. Mancano poco meno di tre anni, c'è tutto il tempo di organizzare un partito credibile se si parte subito.

sabato 5 giugno 2010

Immigrati, parafulmine delle paure più grandi

Di immigrazione parlano tutti, filosofi, statistici, demografi, sociologi, e non è quindi facile occuparsi di un argomento talmente dibattuto, senza cadere nella banalità. Altrettanto difficile è scriverne senza incappare nella soggettività, ma dopotutto non mi interessa molto evitarlo.
Messe le mani avanti, posso adesso affrontare una mia riflessione. L'immigrazione è la manifestazione più palese e più vicina a noi dei grandi cambiamenti in atto. Dal momento che non è possibile fermarla, bisognerebbe capire quali vantaggi essa possa darci. E non intendo ridurre il tutto a concetti come " la pluralità di culture ci arricchisce tutti ". Mi piacerebbe fare delle considerazioni che siano valide per le migrazioni di tutte le epoche.
La condizione che spinge una persona ad allontanarsi dalla propria terra è l'insoddisfazione di uno o più suoi bisogni. In genere si tratta di motivi puramente economici, più raramente il migrante vede minacciata la propria libertà o la propria vita.
Il migrante può nutrire aspirazioni del tutto legittime quali lavorare e far studiare i figli, oppure illegittime quali rubare e far mendicare i figli; sono aspirazioni generalmente giudicate nella stessa maniera sia al paese di origine che in quello d'arrivo. Quando le aspirazioni sono legittime nel paese di origine ma non in quello d'arrivo, allora si arriva ad un contrasto di culture. E' un problema grave se le culture divergono su aspetti fondamentali della vita quotidiana,tipo il ruolo della donna, il ruolo della religione, e via via giù verso questioni sempre più spicciole, come la differenza dei cibi consumati.
Salve. Questo è un blog per chi è interessato di politica intesa nel senso di partecipazione civile. Ogni contributo sarà sempre ben accetto da chiunque, le critiche saranno sempre gradite quando nel merito. Da tenere sempre presente l'aggettivo civile. Un caldo benvenuto e un cordialesaluto a tutti.