domenica 8 gennaio 2012
La fortuna di esserci
giovedì 10 novembre 2011
I confini dentro di noi
Pochi prendono un capo troppo bianco nella paura di sporcarlo. Quei pochi saranno le persone che più staranno attente affinché non si sporchi, e lo faranno oggetto delle cure più assidue e premurose. Ma se si sporcherà, saranno essi disposti ad accettarlo? E inoltre, se uno vuole colore nella sua vita, non deve forse essere disposto a sporcare il bianco? Quali sono i confini dell'onestà, qual è il limite oltre il quale la vita è solo uno sforzo per mantenere bianco un capo?
sabato 15 ottobre 2011
Commento del programma del PD per Gorizia
1)a)Perfettamente d’accordo sulla necessità di Gorizia di sviluppare le strutture universitarie. Però è necessario che spieghi come coniugherà il diritto dei goriziani di dormire con il diritto degli studenti di divertirsi;
b)mi piacerebbe che un giorno nell’area dove attualmente agonizza la SAFOG sorgesse qualcosa tipo un campus universitario, posto anche il fatto che in quella zona c’è già villa Ritter che sta venendo adibita allo scopo. Non sono tempi per pensare in grande però almeno sognare in attesa di un futuro migliore resta gratis
2)Riguardo alle energie solari che fine ha fatto il progetto E-cube, abbondantemente strombazzato a suo tempo dai quotidiani? Cosa ha in mente il PD al riguardo?
3)Riguardo ai trasporti, premetto che non voterò mai e poi mai un candidato filo TAV, perchè ritengo sia un regalo alla mafia degli appalti senza nessun risvolto economico positivo. Studi del Politecnico di Torino ne dimostrano la inutilità mentre il suo impatto ambientale è ingente, basti pensare che si traforerà il Carso, una follia visti gli equilibri interni di una zona geologicamente così affascinante e di fatto sconosciuta. Pertanto credo che il PD locale se ha a cuore i diritti della sua gente dovrebbe fermamente opporsi invece di accodarsi alle balorde opinioni del PD nazionale in merito, e dare per scontata la realizzazione di questo scempio
4)il GECT a me e al 99 % dei goriziani, immagino, non è chiaro cosa sia. Mi piacerebbe che si facessero degli esempi pratici riguardo a cosa potrebbe servire, a cosa potrebbe portare, ecco, se potesse essere più chiaro della fumosa propaganda romoliana
5)a)riguardo la fruizione dell’Isonzo è importante che si preservi anche la zona agricola attigua (penso uno dei paesaggi agrari più integri e originari di tutto il FVG, vista l’abbondanza di gelsi, siepi interpoderali, varietà di coltivi, presenza di prati), soprattutto la zona di via Etna minacciata da un progetto di renderla edificabile; bisognerebbe togliere questa idiozia e restituire i soldi alla gente che lì ha proprietà e che per anni ha pagato l’ICI per niente. Non voterò per nessun candidato che non scriva chiaro e tondo nel suo programma che frenerà l’espansione edilizia della città ( ideale sarebbe il “cemento zero”)posto il fatto che la città continua a divorare spazi, spopolandosi comunque. Piuttosto incoraggiare ( non so come! ) la gente a ristrutturare i ruderi in centro
b)cosa si pensa di fare con la Livarna?
c)spero che qualsiasi attività di recupero delle Casermette preveda il mantenimento delle strutture, demolirle come si fece a suo tempo per creare la zona artigianale equivale a sputare sulla nostra storia e sulla sofferenza della gente passata di là. Idem dicasi per le casette dietro via Pola
d)dovrebbero essere stretti accordi con il carcere per utilizzare i detenuti come manodopera volontaria, se lo volessero,per garantire maggior ordinaria manutenzione ai prati che regolarmente ogni anno d’estate diventano giungle
6)rispetto alla città per i giovani, bisogna notare che manca un ostello il che rende la nostra città una meta meno interessante per tutta la gente che viaggia con poche risorse ( cioè, la maggior parte dei giovani d’oggi). Sarebbe bene creare una struttura molto basilare dove si possa fruire di servizi igienici per prezzi molto popolari ( tipo 5 euro a notte) e dormire con un semplice sacco a pelo o potendosi accampare in una zona all’aperto. Spettacolare sarebbe se una struttura simile sorgesse nelle strutture esterne del Castello ( tipo i torrioni esterni o la Foresteria che da sul parco ). In alternativa, anche recuperare almeno parte dell’ex Manifattura Tabacchi allo scopo non sarebbe male
7)riguardo ai posti nido sarebbe uno sforzo produttivo cercare di garantire un posto a ciascun nato nel nostro Punto Nascita, insieme agli altri comuni che fossero interessati. Si potrebbe così forse raggiungere il minimo che la legge chiede per mantenerlo aperto.
I miei migliori saluti.
sabato 24 settembre 2011
C'è un rimedio?
mercoledì 29 dicembre 2010
Come Gorizia diventò città ( e come potrebbe smettere di esserlo )
Nove anni fa cadevano i mille anni dalla prima menzione di Gorizia. L’anniversario è stato giudicato importantissimo e in sua occasione si sono pubblicati libri e studi vari. Il 28 aprile 1001 l’imperatore Ottone III donava una villa que sclavorum lingua vocatur Goriza per metà al patriarca di Aquileia Giovanni e per metà al conte del Friuli Verihen. Oggi è considerato un evento importante perché per la prima volta il nome della nostra città compare in un documento storico, e quindi nella storia. Ma probabilmente, per quei primi goriziani che lo vissero, si trattò solo di un normale cambio di padrone: prima si spaccavano la schiena per un padrone, e da quel giorno per un altro. Scommetto invece che ben altra reazione ebbero i goriziani nella prima estate del 1210 quando si sparse la voce che l’Imperatore Ottone IV aveva dato loro il diritto di tenere un mercato una volta la settimana. Lo aveva chiesto qualche tempo prima il conte Mainardo II, che ci voleva fare lauti affari; qualche tempo dopo il conte si mise a costruire il mercato. I suoi sudditi goriziani furono liberati di tutti i doveri nei suoi confronti, eccetto il mantenimento del ponte, quello sull’Isonzo, che si trovava esattamente dov’è oggi il ponte per andare a Piuma. E probabilmente era stato proprio quel ponte a far la fortuna di Gorizia: che era un villaggio, non diverso dai tanti che nel corso della storia lo sarebbero rimasti. Dopo la distruzione di quello romano in un’epoca imprecisata, per molti secoli la gente aveva attraversato l’Isonzo guadandolo, oppure con imbarcazioni. La costruzione di un nuovo ponte a Gorizia ne fece non un passaggio, ma il passaggio, dato che permetteva di superare senza problemi anche le pericolose piene primaverili dell'Isonzo, questo cristallino fiume (allora) libero, senza dighe nè regole. La città, forte del mercato, crebbe: vi immigrò gente dal contado, ma anche i Rabatta, banchieri toscani. Nel 1307, Gorizia fu ufficialmente proclamata città, e con diversi stop and go è divenuta quello che oggi è.
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Dobbiamo quindi fermarci ad alcune riflessioni. Gorizia è città perchè è stata il mercato. Il suo declino inizia nel secondo dopoguerra, quando smette di essere mercato delle sue genti. Smette cioè di essere il luogo centrale di un territorio, in cui la gente si incontra e fa affari, in cui le lingue si fondono in improbabili slang che sono ibridi e impuri - ma hanno il merito di avvicinare popoli diversi. La situazione internazionale odierna permetterebbe un graduale ritorno di Gorizia nel suo ruolo. Certo si potrebbe cominciare col togliere le assurde limitazioni di orario ai bar...
Felice anno nuovo a tutti!
sabato 30 ottobre 2010
Salviamo il parco di villa Frommer!
mercoledì 11 agosto 2010
Come muore Venezia
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CBYQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.italia.it%2F&rct=j&q=www.italia.it&ei=8LFiTJOUJZKW4AaVs6CJCg&usg=AFQjCNEcEGvV7WOrclCjALvgavwNdje83g&cad=rja ... e sì che si potrebbero acquistare i diritti delle guide rosse del TCI e potrebbero venir pubblicate sul web magari in diverse lingue...intanto che noi si sogna cose neanche tanto impossibili, il ministro per il turismo va in vacanza in Provenza e Venezia muore...